

E, ancora, essere seduto sull’ortica o trasformarsi in ortica sono solo alcune delle tante locuzioni costruite intorno a questa pianta erbacea perenne, difficile da maneggiare, originaria dell’ Asia occidentale e dell’Africa e oggi presente in tutte le regioni temperate del mondo.
L’ortica (Urtica dioica L. e/o Urtica urens L., fam. Urticaceae, nella terminologia scientifica), irritante al tatto, per via dell’istamina (1%) e dell’acetilcolina (0,2%-1%) che contengono i suoi peli, al punto di aver fatto da base al participio aggettivale urticante (la cui iniziale si spiega per via della derivazione dalla base latina e non da quella italiana del termine, peraltro attestato: orticante), suscita, in chi abbia avuto modo di conoscerla direttamente o persino attraverso le narrazioni, una diffidenza profonda e l’infondata convinzione di decisa incompatibilità con l’uso in cucina. Smentita, invece, da numerose ricette, che la vedono impiegata come ingrediente per risotti, zuppe, pesti, polpette e frittate.
Popolare per i suoi effetti, i preparati a base della sua radice erano utilizzati come diuretici o astringenti e per i gargarismi.
Dalle radici e dai rizomi essiccati, da miscele degli stessi o dalle loro preparazioni a dose attiva si ricava la “droga vegetale” di ortica, che contiene a-sitosterolo, daucosterolo e relativi glucosidi, scopoletina, steroli, tannini, fenilpropani con proprietà antiossidanti. Le foglie di ortica, grazie alla presenza di polifenoli, tra cui l’acido caffeico, lignani e discrete quantità di flavonoidi, possiedono un’azione antiinfiammatoria che si realizza con l’inibizione della sintesi di leucotrieni ad opera dell’enzima 5-lipossigenasi e l’inibizione della produzione di prostaglandine infiammatorie attraverso la via della ciclossigenasi.
Caratteristica, questa, che fa dell’ortica un’alleata naturale contro le patologie benigne della prostata e non solo nella medicina popolare. Svariati studi in vitro comprovano, infatti, che un estratto alcolico di ortica radice ricco di lignani è in grado di inibire la capacità di legame della SHBG (Sex Hormone Binding Globulin) ai recettori sul tessuto prostatico, con una attività anti infiammatoria e antitumorale. Azione incentivata dalla frazione polisaccaridica, a sua volta antinfiammatoria e immunomodulante.
La pianta, inoltre, è fonte di vitamine – come la pro-Vitamina A, e le vitamine C, D, E, K, B1, B2, B6 –, di acido pantotenico e di sali minerali quali potassio, calcio, silicio e magnesio, grazie alla ricchezza dei quali svolge un’azione rimineralizzante, antiemorragica e utile al mantenimento di una buona risposta immunomodulante.
Per il contenuto di ferro e di acido folico l’ortica è poi consigliata in casi di anemia e come antiemorragico, grazie alla capacità vasocostrittrice, che fa ridurre i vasi sanguigni e rallenta il flusso del sangue.
Depurativa e diuretica, utile in caso di ritenzione idrica e per favorire l’eliminazione di scorie e di renella, è in grado di ridurre i livelli ematici di acido urico, responsabile dell’insorgenza della gotta.
Fanno però da contraltare a tante qualità benefiche alcune controindicazioni ed effetti avversi: pur essendo gli estratti di norma ben tollerati, dell’ortica si riportano effetti collaterali gastrointestinali minori e transitori, quali diarrea, dolore gastrico e nausea e rari casi di reazioni allergiche cutanee. A causa dei suoi effetti sul metabolismo degli androgeni e degli estrogeni è controindicata in gravidanza, in allattamento e nei bambini al di sotto dei 12 anni.
Con queste limitazioni e con la consapevolezza delle accortezze necessarie per maneggiarla, è bene distinguere la rosa dall’ortica, ovverosia il vantaggio dal danno ed evitare di buttare o di gettare alle ortiche una pianta così radicata nella tradizione da aver fornito materiale per connotare le più disparate situazioni: dal rodimento (in Dante, per esempio) alla pena, dall’imbarazzo alla sofferenza sentimentale, che si può esprimere nei termini di ortica d’amore o dolce ortica. Ortica è anche la risposta sprezzante o quella malevola e astiosa, mentre coronare di ortica può essere usato a indicare che qualcuno è pazzo e trasformarsi in ortica il volgere in male di una situazione (cfr. GDLI).
Assente nel lessico erotico italiano, dove invece innumerevoli piante o loro parti trovano spazio come forme eufemistiche per gli organi genitali o, opportunamente rese verbi, per gli atti sessuali, potrebbe invece aver dato origine al cognome Ortica e alla sua variante Ortichi, il primo sparso nel centro e nel Nord, il secondo, raro, in Toscana (cfr. E. Caffarelli – C. Marcato, I cognomi d’Italia. Dizionario storico ed etimologico, UTET, Torino, 2008).
L’erbavoglio nel piatto: risotto all’ortica
Ingredienti per 4 porzioni
Riso Arborio 300 g, vino bianco 50 ml, 300 g foglia di ortica, cipolla 80 g, uno spicchio di aglio, olio extravergine di oliva 40 g, sale.
Preparazione
Fare imbiondire con l’olio la cipolla. Aggiungere il riso, mescolate e poi vaporizzare con il vino bianco. Aggiungere l’acqua, sale q.b e cuocere per circa 20 minuti aggiungendo di tanto in tanto altro liquido. A cottura ultimata, aggiungere le foglie di ortica saltate in padella con olio e aglio. Amalgamare il tutto e servire.
Tempo di preparazione
45 minuti
Contenuto in energia e nutrienti della pietanza per porzione
kcal 1390.6
Indice di Adeguatezza Mediterranea (MAI): 38.73
Alimento | Grammi | Calorie (Kcal) | Calorie % |
Riso brillato crudo | 300 | 996 | 71.624 |
Olio di oliva extra vergine | 40 | 359.6 | 25.859 |
Vino da pasto bianco | 50 | 35 | 2.517 |
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