Zanichelli.it” di maggio 2020

Ventisettesima puntata del videoblog Sentieri di parole (clicca qui per vedere il filmato)

Il sentiero di questo mese svolta in modo inconsueto, per andare a esplorare un paesaggio diverso, ma complementare, a quello finora battuto della storia delle parole e dei loro significati.
Si avventurerà, infatti, negli spazi dell’analisi quantitativa dei testi, divenuta nota al grande pubblico – benché spesso in modo inconsapevole – per via del ricorso da parte dei media mainstream e non a strumenti volti a rilevare, in qualsiasi testo dato, anche molto ampio, quali e quante parole lo costituiscono e, in presenza di abilità e competenze più avanzate da parte di chi se ne serve, anche con quali combinazioni ricorrenti e con che tasso di apparizione rispetto a un dizionario di riferimento.
Con analisi quantitativa di un testo ci si riferisce infatti a uno scavo nei e dei testi condotto in modo automatizzato a seguito però della definizione e dell’allenamento di un sequenziatore, una sorta di talpa mangia-parole funzionale a far capire, a chi sa servirsene, di cosa parli un testo – da intendersi anche come repertorio enorme di qualsivoglia genere testuale, inaccessibile per il singolo individuo persino nel lungo periodo – senza leggerlo. Innegabili i vantaggi quando lo scopo della ricerca coincida con la volontà di acquisire un’indicazione a spanna sull’opinione di chi scrive o riferisce su un certo argomento: ragione, questa, che ha sancito la diffusione degli strumenti per il text-mining (questo il tecnicismo che indica la pratica di scavo automatizzato del testo) per la rilevazione del “gusto” di un pubblico ampio, spesso coincidente con quello costituito da chi usa un social network – in riferimento a un prodotto, servizio, proposta (per es. politica).
Per capire in che modo abbia luogo la “costruzione di senso automatizzata” per mezzo dell’uso di questi strumenti e quali possano esserne i limiti, a fronte di un indubbio vantaggio in special modo in presenza di un repertorio ampio da investigare, si è assunta a spunto di riflessione, e di scavo, l’Agenda 2030, cui è dedicato questo numero monografico dell’Aula di Lettere.