“Il riposo del guerriero” del 12 febbraio 2012

Passano gli anni e, puntuale come l’esattore delle tasse, anche quest’anno sta per arrivare S. Valentino.
Cioccolatini, romanticherie, messaggi e tutto il resto del campionario.
Nessuno ci presta attenzione, a parole, ma il fatturato delle attività correlate alla festa degli innamorati smentisce, in modo sistematico, questo rapido defilarsi.

Perciò, che festeggiate o no, che vi piaccia no, che lo stiate pianificando o no, quali sono le vostre parole della seduzione?

Comincio dalle mie: seduzione, irretire, concupire

(I dati) Per cercare di ottenere le vostre ho messo a frutto qualche ora dell’inaspettato secondo ponte concesso a noi romani dalla neve.

Ho perciò posto venerdì pomeriggio il medesimo quesito ai miei amici di Facebook.

Il sondaggio è risibile dal punto di vista dei numeri coinvolti e certo non è rappresentativo della sensibilità della popolazione italiana, ma, nel suo piccolo, mi appare significativo, sia per convergenza di alcune risposte da parte dei due sessi, sia per divergenza di altre, la maggior parte.

Alcune risposte, poi, sono graffianti e spesso foriere di inattesi percorsi etimologici.

Ho riunito le risposte pervenute e le ho organizzate in colonne in funzione, come prevedibile, del sesso del partecipante al sondaggio; in rosso ho evidenziato le risposte comuni a uomini e donne.

F

M

 accarezzare  adescare
 affascinare  adulare
 ammaliare  ammaliare
 cuore  avvincere
 dedicare  circuire
 giocare  compromettere
 incantare  concedersi
 intrigare  conoscersi amarsi abituarsi
 inventare  corrompere
 irretire  estasiare
 magia  incantare
 passione  insidiare
 rosso  irretire
 sorprendere  ossequiare
 spogliare  plagiare
 stregare  plagiare
 strofinare  raggirare
 stupire  sorprendere
 vita  spaesare

Da queste, se fossero rappresentative dell’intera popolazione, si evincerebbe che sedurre è innanzi tutto ammaliare, incantare, irretire, sorprendere.

Quattro termini che nella semantica si somigliano perché presuppongono, tutti, per chi si trova associato al verbo, il fatto di essere il destinatario, per lo più passivo, di un’azione tesa a far perdere la padronanza, il pieno possesso di sé. A vantaggio, naturalmente, di chi la compie.

ammaliare ‘letteralmente [legare a sé] per mezzo di una malìa, astratto da malus ‘malvagio, cattivo’; affatturare, avvincere la volontà con arti magiche; più frequentemente al figur.: affascinare, sedurre‘ (cfr. GDLI, s.v.)

incantare ‘letteralmente [persuadere] cantando formule magiche, dal latino canto frequentativo di cano; sottoporre una persona o una cosa a pratiche magiche, trasformare per magia, privare per opera magica della coscienza o della volontà, conferire poteri soprannaturali, stregare, esorcizzare; assol. fare incantesimi, sortilegi o fatture; sedurre, soggiogare, influenzare (una persona, la sua volontà, i suoi sensi); esercitare il proprio fascino o potere o prestigio su quacuno; ammaliare; affascinare e rendere mansueti i serpenti con la musica; ipnotizzare, addormentare; irretire, abbindolare, abbagliare, illudere (con l’atteggiamento, con le parole), corteggiare, stordire, frastornare; colmare di paicere di meraviglia, esercitare un’attrazione irresistibile, avvincere […]’ (cfr. GDLI, s.v.)

irretire (anche irretare nell’italiano ant.) ‘letteralmente prendere nella rete; intrappolare, catturare, al figur. involgere in difficoltà, dubbi, incertezze che costituiscono ostacolo e impedimento, impacciare, imbarazzare, intralciare, tenere a freno, contenere, trattenere; intr. con la particella pronom. impigliarsi, impegolarsi, invischiarsi; per estens. immobilizzare, irrigidire, rendere inerte, intorpidire; figur. attrarre con sottili allettamenti, sedurre, affascinare, accalappiare con inganni, lusingare, circuire, abbindolare; ant. accattivarsi; […]’ (cfr. GLDI, s.v.)

sorprendere ‘letteralmente prendere sopra (da super prendere); pervadere e occupare interamente l’animo, anche in modo imprevisto o inaspettato (un desiderio, un sentimento, in partic. l’amore); cogliere di sorpresa, sopraffacendo o soverchiando l’animo o le forze fisiche e anche turbando profondamente; affascinare, far innamorare; cercare o riuscire a ottenere l’attenzione o la benevolenza altrui in modo subdolo, carpire la buona fede; sottarre con l’astuzia e la frode; aggredire un esercito con azione tattica improvvisa e decisa, in modo che non possa apprestare difese e resistere; cercare di occupare o conquistare uno Stato, una città, una fortezza, una postazione nemica, con un assalto improvviso; catturare con un atto piratesco; prendere, afferrare una persona; catturare un animale; raggiungere o incontrare qualcuno all’improvviso, in modo inaspettato, in partic. nell’atto di commettere una colpa più o meno grave o in un atteggiamento equivoco o biasimevole; […] stupire, meravigliare vivamente, costituire causa di ammirazione; cercare di sbalordire o impressionare gradevolmente o anche di avvincere con formule o discorsi roboanti e oscuri; ant. intraprendere; con la particella pronom. stupirsi di qualcosa’ (cfr. GDLI, s.v.).

Il nucleo concettuale originario di questi termini, ricostruito attraverso l’etimogia e mantenutosi in modo abbastanza consistente nel corso della storia linguistica dell’Italia, rivela l’esistenza di una rete di riferimenti che hanno in sedurre il proprio centro e in ammaliare, incantare, irretire e sorprendere (cui si potrebbero aggiungere affascinare, stregare, circuire, etc.) la tela di cui consiste la seduzione.

Quella seduzione – l’allontanare l’altro da sé (da lui stesso) o l’attirare l’altro verso di sé (noi) – che, quando ben esercitata, fa, alfine, innamorare.

***

Curiosità (a margine del sondaggio)

Tra le parole segnalate per il sondaggio ce ne sono alcune che parole in senso stretto non sono, ma che ben esprimono le diverse facce della seduzione, la materia di cui ciascuno la sostanzia. Ecco perciò la sostanza di Alex, Manuel e Luca, che ringrazio insieme a tutti gli altri (nel senso inclusivo di: gli altri e le altre) amici di Facebook che mi hanno destinato un po’ del loro tempo.

Alex: M ‎”ogni vorta che te vedo…
me sento rinasce n’antra vorta,
è segno che l’ismania…ancora nun è morta,
….e ‘gni vorta che me scatafromboli sotto l’occhi….
tutto….tutto quer decortè… me sento n’omo novo….
e ce lo sai che d’è….”

Manuel: Conoscersi (tesi), amarsi (antitesi), abituarsi (sintesi)
Passatemi la triade hegeliana

Luca: “Roma in vantaggio!”