“Cose dell’altro geo” del 15 ottobre 2012

Ci sono tante parole che indicano le paure?

Potenzialmente ci può essere un nome di paura per ogni cosa; l’inventario delle paure può perciò essere potenzialmente illimitato. Esiste persino la paura delle paure, detta fobofobia.

Da dove nascono?

La paura è un’esperienza naturale, un’emozione basilare nell’uomo, che concretamente sfocia nella percezione di stati di intensità emotiva diversa.

Dal punto di vista linguistico le fobie, le esistenti e quelle ancora potenziali nel sistema linguistico, sono per lo più costruite usando nomi di provenienza greca classica o costruiti su parole greche anche quando coniati in epoca moderna.

A queste ultime ci si riferisce in linguistica con il nome di composti neoclassici, perché sembrano parole formate in seno al greco quando invece sono “solo” fatte di materiale che “parla” greco. La differenza è però sostanziale, perché nel primo caso significa che si tratta di paure già note e identificate con uno specifico nome anche dall’uomo antico; nel secondo, invece, di conii moderni che si allineano alla tradizione linguistica che vuole, per i composti aventi a che fare con le paure, che il mattoncino di base, quello appunto indicante la paura in generale, sia costituito da fobia, dal verbo fobèo, significante, appunto, ‘ho paura’.

Fobofobia… Altre strane fobie dai nomi curiosi?

 

Pselafobia: ‘In psichiatria, ripugnanza o paura ossessiva di toccare determinati oggetti (metallici: metallofobia; oggetti acuminati: acmofobia; peli o lanugine: tricofobia ecc.)’

Misofobia: dal gr. μύσος ‘bruttura’ e ϕόβος ‘paura’; ‘Paura esagerata di toccare oggetti per timore di infettarsi o di contaminarsi (detta anche rupofobia). È un sintomo proprio delle nevrosi ossessive e spesso appare sotto forma di “coazione a lavarsi”’

Rupofobia: ‘termine derivante dal greco rupo ovvero ‘sudiciume’, è la paura dello sporco, una fobia ossessiva. Il soggetto che ne è vittima compie ripetutamente l’atto della pulizia su se stesso (ad esempio il lavaggio continuo delle mani) o sull’ambiente che lo circonda (ad esempio la casa)’

Agorafobia: ‘Sintomo di nevrosi fobica caratterizzato dal timore ossessivo di attraversare piazze o luoghi ampi’

Italofobia: ‘Il pregiudizio contro gli italiani (fenomeno a volte detto antiitalianismo o, più raramente, italofobia) è una forma di pregiudizio e discriminazione etnica contro gli italiani e l’Italia in generale, solitamente facente capo a stereotipi come il lavoratore immigrato ignorante, il mafioso o il fascista

Come in xenofobia, anche in italofobia il significato di -fobia è stato “deformato”, passando dal timore all’odio.

Ombrofobia: ‘termine riferito a piante che non sopportano le piogge. Alcune piante o. crescono esclusivamente in nicchie e anfratti rocciosi, altre hanno dispositivi che impediscono il ristagno dell’acqua sulla superficie delle foglie, come il rivestimento di cera nel loto indiano, che ha gli stomi solo sulla pagina superiore’

Eritrofobia o ereutofobia: ‘in psicologia, paura ossessiva di arrossire: sintomo generico di psiconevrosi ossessiva. In psicanalisi, il rossore negli ereutofobi è considerato un’erotizzazione esibizionistica del volto, tale da essere perciò comprensivo sia della tendenza rimossa (esibizionismo), sia della sua negazione e punizione (senso di vergogna, desiderio di sottrarsi ai giudizi o commenti altrui)’

Brontofobia: ‘paura dei tuoni dovuta al bagliore e al rombo assordante’

cui è collegata la

ceraunofobia: dal greco antico keraunós (fulmine) e phobos (paura), ‘fobia specifica di tuoni e fulmini, comune nell’essere umano, specialmente tra i bambini e presente anche nei cani e nei gatti’

Come si chiama invece la paura di volare?

Aerofobia, dal primo membro di

Aereoplano: ‘macchina per elevars nell’aria imitando il concetto del volo dell’uccello, cioè dell’ala, cioè senza l’aiuto del corpo leggero o pallone’ (Panzini s.v.)

il cui etimo remoto è costituito dalla parola per ‘aria’.

Con un neologismo d’autore, l’areoplano può essere detto anche velivolo (d’Annunzio).

Altro termine interessante connesso con questo ambito concettuale è aviazione, che l’italiano haripreso dal francese nel 1863, il cui modello è il lat. avis ‘uccello’.

Per quanto riguarda aerofobia occorre segnalare che indica, in senso più generale, la ‘paura morbosa del contatto dell’aria in movimento’: a chi è affetto da aerofobia è sufficiente un soffio d’aria sul volto per provare uno spasimo.

Recentemente in riferimento alla paura di volare si è diffuso l’uso di volofobia, più semplice delle precedenti; sebbene assente dai repertori ufficiali, il termine non è estraneo al linguaggio giornalistico e dei blog.

Qualche nome curioso di fobia legata ad animali?

C’è l’ailurofobia, la paura dei gatti; quella per i polli è l’alectorofobia, quella delle api l’apifobia. Nota anche per ragioni cinematografiche è l’aracnofobia, la paura dei ragni, mentre è assai poco nota – ma registrata – la bufonofobia ‘paura dei rospi’.

Quali parole si usano invece per indicare la passione per qualcosa ?

Possono esserci tante passioni quante sono le fobie: per generarle (almeno linguisticamente) è sufficiente sostituire –filia a –fobia.

Qualche nome di fobia alla moda?

Degli evergreen, ciascuno nel proprio ambito, sono senz’altro

Ablutofobia ‘paura di fare il bagno’

Allodoxafobia ‘paura delle opinioni degli altri’

Bibliofobia ‘paura dei libri’

Eleuterofobia paura della libertà

Al contrario appaiono scarsamente diffuse

Aurofobia ‘paura dell’oro’

Plutofobia ‘paura della ricchezza’