“Il riposo del guerriero” del 9 dicembre 2012
Continua, non prevista in principio, la trasformazione di Senti chi parla in Guarda come scrivi, (anche) per effetto delle varie segnalazioni giunte.
Oltre a ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto o che hanno visitato questo blog, devo dare conto in particolare di alcuni interventi.
Il primo di Paolo, che, evidentemente conoscitore anche delle pieghe più colloquiali del latino, mi rimprovera di essere stata forse volutamente evasiva quando non ho riferito, a proposito dell’orribile endorsare di “Guccini endorsa Bersani”, con endorsa da endorsement che sta per ‘approva, dà il proprio supporto’, che in latino (di sicuro in quello tardo e medievale) esisteva un endorsare dal significato del tutto diverso: derivato da dorsum ‘il dorso, la parte dietro’, quell’endorsare aveva significato di ‘mettere sul dorso, sul di dietro’. Di lì al lessico sessuale il passo è stato breve e, se si fosse mantenuto, seppure sotterraneo, anche quel significato, oggi avremmo un endorsare che significa ‘dare il sostegno’ (‘Guccini dà il proprio sostegno a Bersani’) accanto ad un altro che significherebbe ‘buggerare’ (‘Guccini dà la fregatura a Bersani’).
Grazie, perciò, Paolo. Alla luce del suo commento leggere, ancora in un giornale, ‘La sconfitta del suo endorsato’, acquisisce tutto un altro respiro.
Passo ora ai titoli scelti per questa secondo momento di approfondimento
Rita Rusic hot sul lettino con il suo toyboy: bikini a Miami
Mi vado a riallacciare al titolo della puntata di oggi, “Maschi contro femmine”.
Rinuncio alla tentazione di digressioni etimologiche o relative alla distribuzione di maschio vs uomo e di femmina vs donna per sollevare una questione che ha a che fare con gli stereotipi di genere. Stereotipi che ritengo molto più pericolosi, perché veicolatori di un sessismo cinico e spietato, di la Fornero in luogo di Fornero o di architetto in luogo di architetta.
Mi riferisco ai titoli, tanti, del medesimo tenore di quello riservato a Rita Rusic, ex-moglie di Vittorio Cecchi Gori, il cui attuale compagno (ma lo stesso potrebbe dirsi per i compagni di Demi Moore, di Sharon Stone, di Alessandra Martinez e di tante altre) è definito attingendo ad un lessico che vorrebbe essere ammiccante e “simpatico” ma che di fatto risulta esemplificativo della sussistenza di una asimmetria rappresentata da quegli usi linguistici che trasmettono modelli stereotipati di uomini e donne.
Quando, infatti, in una coppia, il lui di turno è più giovane della lei, quasi come per effetto di un riflesso condizionato non ci si riesce ad esimere da formule quali fidanzato toy-boy / giovane e muscoloso fidanzato / giovane e aitante fidanzato / giovanissimo e muscoloso fidanzato / nuovo fidanzato (corpo mozzafiato) / mare, sole e giovane fidanzato / mare infinito col fidanzatino.
Il prestito toy-boy ‘ragazzo giocattolo’, che fa da contraltare a espressioni italiane quali donna-oggetto, non impiegata, però, quando si parla di donne molto più giovani dei propri partner, e che potrebbe essere stato favorito dalla forma fonica gradevole a sentirsi (per la presenza delle –i-, suoni vocalici anteriori alti che abbondano in diminutivi, vezzeggiativi e altre parole marcate in senso affettivo), è andato ad occupare in tempi brevissimi un posto di tutto rilievo in quel mini-repertorio di forme dell’italiano giornalistico che in sé non hanno particolare valenza negative, ma che si caricano di una connotazione sessista (maschilista) nel momento in cui non si manca di sottolineare – per chi non la conoscesse – l’età della protagonista, quasi sempre una cinquantenne (o più), che per forma fisica dimostra assai meno dei suoi anni, magari “grazie al ritrovato amore” (da un altro titolo).
Ma l’azione dello stereotipo agisce, a ben vedere, in modo doppiamente surrettizio, facendo leva al contempo sulla comunanza di pareri in merito
1) alla passatezza (nel senso di scarsa appetibilità) delle donne cinquantaduenni
e
2) all’ironia riservata a quelle donne che “si consentono il lusso” oppure “hanno il privilegio” di una relazione con un uomo molto più giovane di loro (anche in questi casi da titoli o testi di articoli di giornali).
Quando invece la differenza d’età è sbilanciata in senso opposto, ecco allora che si avrà una signorina di 60 anni più giovane nel caso della futura moglie di Hefner, patron di Play Boy
Berlusconi ancora in campo. Cronaca d’un ritorno annunciato
Il passo indietro per i moderati? Acqua passata: era l’8 ottobre scorso. Poi c’è stata la sentenza Mediaset e il tracollo del Pdl. Un promemoria di gaffe.
La forma di cui voglio parlare è ancora in campo, variatio di scendere in campo che da quasi due decenni sembra aver fatto dimenticare ai parlanti italiani l’esistenza di forme quali candidatura, in special modo quando il protagonista dei fatti di cui si parla è Silvio Berlusconi.
Ho selezionato, in verità, questo titolo, perché negli scorsi giorni, dopo tempo, la parola per candidatura, etimologicamente correlata al colore bianco candido della toga di chi intendeva concorrere per una carica – il candidato, per l’appunto – ha finalmente trovato spazio in parecchi titoli riferiti a Berlusconi.
Più precisamente ricandidatura. Che si sia trattato di una scelta dettata dalla volontà di evitare ridiscesa in campo, che si è sentito e letto nei commenti e nelle interviste, ma molto poco nei titoli (Perché troppo lungo? Perché ridiscesa suona irridente?), o di un tardivo pentimento (cosa a cui non credo molto), sta di fatto che il reimpiego di candidatura ha regalato a molti di noi l’illusione di poterci liberare, seppur momentaneamente, anche di election day e magari di premierato e di leaderaggio.
Insomma, doveva pur esserci un giorno delle elezioni prima dell’election day… perché non riprstinarlo?
‘Parlamentarie’ M5s in rosa Le più votate sono tre donne
In questo caso la neoformazione è funzionale a far passare l’idea di una novità senza precedenti. La nuova parola, alternativa alla perifrasi primarie per le elezioni parlamentari, che di parlamentarie è anche definizione, si è resa perciò necessaria per far arrivare prima e meglio agli italiani la portata innovativa della consultazione pre-elettorale. Non è infatti un caso che sia stata coniata dagli stessi attori politici implicati nell’indizione delle parlamentarie e non dai giornalisti. Una innovazione linguistica per una vera innovazione: strategia di comunicazione – e di marketing – non fine a se stessa o, almeno, non completamente.
Opa Gangnam Style Spa. Un tormentone da 10 milioni
La hit di PSY è una macchina da soldi. Tra spot tv, download da I-Tunes e clic su Youtube, il re del K-Pop è già diventato uno degli uomini più ricchi di Corea. “Ci ha fatto capire il futuro del mercato della musica”, dice Larry Page, ad di Google (uno dei primi beneficiari della Opagangnam-mania)
Chiudo con un titolo (e relativo catenaccio) che si commenta da solo, anzi non si commenta perché non si capisce neppure, a meno di non conoscere già le fortunate vicende del coreano, le cui performance sono state scaricate, in senso internettiano, già da quasi un miliardo di utenti.
A ben pensarci però un commento per l’articolo di Repubblica.it potrebbe esserci e a quel commento, che recupero da un recente spot, affido il mio invito a dire basta con le volenze sulla nostra lingua, assimilata ad un lavandino pronto ad ingurgitare tutto, senza possibilità di discriminazione.
10 dicembre 2012 at 18:59
Galeotto fu “endorsando”.
Ciao Francesca.
Interessante il suggerimento di Paolo, e intrigante la tua interpretazione del “dare il sostegno” come derivazione sotterranea del latino dorsum “il dorso, la parte dietro” (questo almeno mi pare d’aver capito non essendo io esperto di latino).
Allora, un po’ per gioco e un po’ per amore di ironia, mi fermo volentieri su questo punto, indugiando sulla soggiacente allusione sessuale, per rilevare simpaticamente come questa inedita interpretazione conferisca alla frase da cui siamo partiti, una nota di involontaria comicità: prova a rileggere alla luce di “mettere sul dorso, sul di dietro” la frase che Guccini rivolge a Bersani endorsandolo «E’ concreto, è l’uomo giusto» . Beh, non ti pare che manchi solo “per me” come nella bellissima canzone di Mina?
Dunque, accanto ai già citati “Guccini dà il proprio sostegno a Bersani” e “Guccini dà la fregatura a Bersani”, azzarderei anche… “Guccini “ama” (desidera) Bersani”. 🙂
Cosi imparano a massacrare la lingua!
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11 dicembre 2012 at 18:49
Così imparano, hai prorpio ragione.
Grazie per questo e per i precedenti commenti, caro Gianluigi
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