“Il riposo del guerriero” del 11 dicembre 2011
Interdizione ed eufemismo
In sintesi: l’interdizione è il fatto psicologico che, dal punto di vista linguistico, scatena la ricerca (tanto più affannosa quanto più la situazione è formale o si è legati a canoni comportamentali istituzionalizzati, come nel caso delle pratiche religiose) di eufemismi, termini (o moduli) di sostituzione per sostituire ciò che si vorrebbe dire ma che si sente come sconveniente.
Un sinonimo di interdizione è taboo (tabù, tabu), termine di origine polinesiana connesso con pratiche consistenti nel segnalare con una cordicella spazi connessi con la divinità che sarebbero stati profanati dal contatto non autorizzato (chi avesse superato il divieto sarebbe incorso nell’ira divina).
Gli ambiti dell’interdizione
Gli ambiti ovviamente più colpiti dall’interdizione sono: sesso, religione, patologie e difetti fisici e psichici, funzioni corporali. Questi ambiti sono trasversali e ricorrono in culture sia antiche sia moderne.
Dal punto di vista linguistico ciò che accomuna tutti gli ambiti colpiti da interdizione / tabuizzati è la ricchezza dei termini di sostituzione ai quali si ricorre. Si viene in tal modo a determinare una creazione sinonimica incessante e incontrollabile, dal momento che i termini di sostituzione finiscono spesso per essere a loro volta tabuizzati.
L’eufemismo estremo per un termine tabuizzato è nella scrittura la sua sostituzione con i puntini di sospensione e, nell’oralità, con interiezioni (es. ehm) o giri di parole il più possibili distanti, per riferimento, dalla cosa proibita.
Il caso di preservativo
La serie di preservativo è doppiamente connessa con il senso di proibizione, giacché investe contemporaneamente l’organo e la pratica sessuale.
A questa serie appartengono forme consolidate dall’uso e destinate a permanere nel linguaggio formale perché distanti da ciò che denominano e forme di sostituzione costruite attingendo dal lessico comune termini accomunati dalla similarità di funzione.
Sempre aperta è poi la possibilità di una sostituzione di tipo ironico o addirittura comica, ma nell’ottica di un confronto con gli altri termini del sesso si tratta comunque di una soluzione marginale o al più poco produttiva, almeno finora.
Almeno fino a quando la vicinanza con i nomi del Coso e della Cosa non renderà anche il dispositivo medico (!) partecipe di una condizione di naturalità e, nei casi migliori, di una tendenza alla naturalezza che difficilmente sarà mai completa.
Profilattico: forma aggettivale connessa con fulatto/fulasso (‘custodisco, proteggo’); il pro– ha qui valore temporale e sta per ‘prima’. Profilattico è pertanto ciò che previene la diffusione a esempio di malattie, il deterioramento di una cosa, il verificarsi di danni (fine Settecento). Così come preservativo è attestato anche nel significato di ‘apotropaico, scaramantico’ (es. gesto profilattico). Il tratto distintivo del termine risiede dunque nel prefisso pro– ad indicare la prevenzione. Nel significato moderno di ‘preservativo’ è attestato piuttosto recente: GDLI riporta come data della prima attestazione il 1987, la fonte è un articolo di La Repubblica.
Preservativo: aggettivo verbale da preservare, descrive in origine la funzione dell’oggetto senza nominarlo. Il termine si trova attestato già in Savonarola per riferirsi, in ambito medico, a cose aventi a che fare con la medicina preventiva; le varie accezioni del termine rimandano tutte ai salvifici effetti preventivi derivanti dall’adozione di un comportamento, di un’azione. Il riferimento ad un medicinale o ad un medicamento utile a prevenire malattie o a limitarne la diffusione si trova già nella seconda metà del Cinquecento.
Ad es. in D. Romoli (soprannominato Panonto, La singolare dottrina, Venezia 1560) a 305 si legge: Se si pigliano due fichi secchi, una noce e due frondi di ruta e un poco di sale e si mangi tutto insieme a digiuno, è cosa provata che niun veleno che dopo pigliasse potrebbe nuocergli, e anco questo è un preservativo eccellente per il tempo della peste; in (don) Angelo Grillo (poeta autore di madrigali, vissuto tra Cinquecento e Seicento) 154: Vostra Paternità… usò diligenza per farmi avere il preservativo: m’avisi ora del come e del quando ho da adoperarlo.
Per l’accezione marcatamente sessuale occorreranno vari secoli; una prima sicura attestazione la si trova nel Panzini, autore di un Dizionario moderno; in IV, 539 s.v. preservativo: apparecchio di difesa contro le malattie sessuali od a scopo maltusiano.
Con lo stesso significato ma non nell’accezione legata al sesso si trova anche preservatore, nomen agentis dal medesimo preservare. È verosimile pensare che la maggior fortuna di preservativo si spieghi con la ricorrenza del fomante –tivo all’interno dell’ambito medico.
Condom: voce inglese di origine sconosciuta; la prima attestazione è del 1706. In italiano: Dossi (seconda metà Ottocento, appartenente alla Scapigliatura) “[…] in quella sua fierissima polmonite del 1876 che lo ridusse al tu per tu colla morte, si levò una notte a grandi stenti dal letto, per abbruciare un piccolo pacco di avanzi d’antichi amori (voglio dire, goldoni ‘condom’)” GDLI 2004 s.v.
1706, traditionally named for a British physician during reign of Charles II (a story traceable to 1709), but there is no evidence for that. Also spelled condam, quondam, which suggests it may be from It. guantone*, from guanto “a glove.” A word omitted in the original OED (c.1890) and not used openly in the U.S. and not advertised in mass media until November 1986 speech by Surgeon General C. Everett Koop on AIDS prevention (Etymonline s.v. condom).
Nel campo semantico relativo alle pratiche del sesso si pensa ad una deformazione di un termine italiano anche per l’etimologia di dildo, che si ipotizza provenire da diletto.
Salvalavitapischelli: neoformazione scherzosa coniata dallo showman Rosario Tindaro Fiorello e (probabilmente) impiegata per la prima volta il 5 dicembre 2011. Si tratta di una forma parodistica, che ricalca Salva la vita Beghelli, marchionimo di una serie di prodotti dell’omonima ditta da impiegare in condizione di emergenza. Lo stesso showman è stato, verosimilmente, il primo utilizzatore pubblico anche di
Copricarota: forma di sostituzione per preservativo ottenuta per composizione da carota, eufemistico per pene.
Goldone: sull’etimologia ci sono almeno due partiti. Il primo a favore di una origine autoctona che ne farebbe un deonimico. Alla base del termine ci sarebbe infatti il nome di Luigi Goldoni, proprietario di una fabbrica di preservativi. Il secondo partito ritiene invece che si tratti dell’integrazione di un originario anglismo, gold one, riferito alla confezione (dorata) di una notissima marca di preservativi utilizzati dai soldati americani durante la seconda guerra mondiale. Per spiegare goldone da gold one occorre passare attraverso lo scritto: immaginandolo pronunciato non ci sarebbe modo di spiegare la forma italiana.
Impermeabile, Cappuccio, Guanto: tre forme di sostituzione del linguaggio comune fondate su una somiglianza di funzione dei tre oggetti.
E perché no, il Tindaro*!
* termine di sotituzione scherzoso, dal secondo nome dello showman Fiorello.
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