“Cose dell’altro Geo” del 1 febbraio 2012
Merlo
Passeriforme della famiglia dei Tordi che vive stazionario in tutta Europa.
In senso figurato indica ‘la persona stupida, ingenua, che si lascia raggirare; chi si lascia raggirare e truffare facilmente; l’uomo facoltoso, oggetto di attenzione e adescamenti da parte di donne interessate ad ottenerne favori o promesse di matrimonio; corteggiatore, spasimante, cascamorto’. In senso figurato si trova attestato anche, in senso antifrastico, per ‘imbroglione, persona astuta’.
Etimo: dal maschile di lat. merula che alcuni collegano a merus ‘solo’ perché sembra che l’uccello vaghi da solo per i boschi (probabilmente si tratta di una paretimologia)
– essere un merlo: essere un credulone
– essere, dare a qualcuno del merlo bianco/essere raro come un merlo bianco
– cercare il merlo: ‘darsi da fare per trovare marito, o un ricco facoltoso pronto a cedere alle lusinghe’
– trovare, accalappiare il merlo: ‘conseguenza del cercare il merlo, farsi sposare da un uomo facoltoso’
– fare il merlo: ‘fare il cascamorto, corteggiare una o più donne’
– dare del merlo a qualcuno: ‘accusare qualcuno di essere ingenuo, tonto’
– guardare con l’occhio del merlo: ‘guardare con malizia’
– piangere quando è sparito il merlo: ‘dolersi di un’occasione sprecata o non sfruttata a dovere’
– meglio un merlo in mano che due sulla siepe
– aspettare il merlo: restare a bocca aperta, allocchito
Derivati
Merleggiare: ‘imitare il verso del merlo; fare il merlo intendendo, in senso figurato, il comportarsi da ingenuo, in modo stupido, irritante, con leggerezza, con frivolezza’; si trova impiegato anche nell’uso contemporaneo
merlocchio: sinonimo di merlotto (in senso ornitologico) e in senso figurato ‘persona ingenua e inesperta; sempliciotto’
Curiosità
Sono collegati al nome del merlo anche il nome del vino Merlot, in particolare alla forma francese diminutiva di merle, e quello del merluzzo, da lat. mediev. merlutius letteralmente ‘pesce merlo’; in francese merlus si trova impiegato anche per lo stoccafisso.
In ambito onomastico sono collegati al merlo i cognomi Mèrli, Mèrlo (da un soprannome che ha alla base merlo), Merletti, Merletto, Merloni, Merlone, Merlotti, Merlotto, Merluzzi, Merluzzo, Mèrola, Mèroli, Merla, Merlanti, Merlante. Probailmente anche Merlonghi è da riconnettere a merlo, se si accetta l’ipotesi di un composto originario da merlo e longo; per altri si tratterebbe di una forma sincopata da Marcolongo (fonte DiCo, Utet).
Potrebbe essere collegato con merlo ‘pilastro di muratura’ (da cui merlatura, merlato, etc.) e con merletto (che però trae ispirazione dai muri e non dall’uccello) qualora si accettasse una stessa base di partenza per l’uccello e per l’opera in muratura, ma non è escluso (a me sembra anzi probabile) che si possa trattare di una paretimologia e che le due forme siano solo omofone. In tal caso per la muratura si potrebbe individuare una base di partenza in una radice celtica attestata nel bretone e nel gallese mer ‘grande, elevato’.
Gatta
– avere/prendersi una bella gatta da pelare: ‘avere una incombenza complessa da sbrigare’
– comprare la gatta nel sacco: ‘a occhi chiusi, senza controllare’
– qui gatta ci cova!
– quando il gatto non c’è i topi ballano
– quattro gatti
– al buio tutti i gatti sono bigi
– tanto va la gatta al lardo che vi lascia lo zampino/ la gatta tanto s’avvezza alla pappa che si scotta la bocca e la gargarozza o che vi lascia la zampa: ‘prima o poi le azioni malvage vengono punite’
– parlare il francese come una gatta spagnola
– chi nasce gatta piglia i topi al buio
– la gatta grassa fa onore alla casa
– gatta che fa toletta, acqua aspetta
– nessuno vuole attaccare il sonaglio alla gatta
– la gatta frettolosa fa i gattini ciechi
Curiosità
Gattabuia non c’entra nulla col gatto. L’etimo è da riconnettersi con il greco katògeion ‘sotterraneo’ (che in alcuni dialetti meridionali ha lasciato catoio), unito a buio, grosso modo con lo stesso significato.
Gatto
– attaccare il campanello al collo dei gatti: ‘impresa difficile da realizzare’
– andar dal gatto per la sugna: ‘impresa difficile da realizzare’
– cadere/cascare/saltare come i gatti: ‘cadere dritto, in piedi, cavarsela in ogni situazione’
– avere il gatto nella madia: ‘vivere in povertà’
– avere sette vite/spiriti/anime come i gatti
– essere (amici come) cane e gatto: ‘essere in continua discordia’
– essere (in) quattro gatti
– giocare come il gatto col topo: ‘alternare cortesie e maltrattamenti per procurare all’altro il maggior danno possibile’
– insegnare ai gatti a rampicare: ‘pretendere di insegnare a chi sa conosce bene una cosa’
– se il gatto starnuta il tempo muta
– il gatto aveva un campo e per un pesce l’ha venduto
– il gatto rinchiuso diventa un leone
– chi non ha il gatto mantiene i topi e chi l’ha, mantiene i topi e il gatto
– è male giudicare le unghie ai gatti
– non importa se un gatto è bianco o nero, finché cattura i topi (Deng Xiaoping)
– non dire gatto se non l’hai nel sacco
– cantare come un gatto: ‘essere stonato’
– comprare gatto in sacco: ‘comprare a occhi chiusi, senza controllare’
– avere dentro di sé un gatto che graffia: ‘sentirsi turbato o tormentato’
– avere/portare sotto il gatto: ‘avere intenzioni malvage al di là dell’aspetto mite’
– stare a spulciare il gatto: ‘invecchiare da zitella stando in casa’
– tanto va al lardo il gatto che ne resta al fin disfatto: ‘alla fine il male viene sempre punito’
– al gatto vecchio dagli topo tenero: ‘l’uomo anziano ama sposare una donna molto più giovane di lui’
– ogni gatto ha il suo gennaio: ‘prima o poi tutti si innamorano’
Curiosità
Gatto delle nevi: così si chiama il cingolato americano così chiamato per la bassa pressione che esercita sul terreno.
Gatto a nove code: nome dello staffile usato in Inghilterra per percuotere i malfattori costituito da un bastone e da 9 strisce di cuoio attaccate ad una delle estremità (lo stesso strumento è realizzato anche con 9 nervi di bue al posto delle strisce di cuoio e in russo è chiamato knut)
Ailurofobia: dalla parola greca per ‘gatto’, indica la fobia che si prova per l’animale.
Gattobagnato: ‘persona avvilita, scoraggiata’.
Gattomammone: è una scimmia e non un gatto (dall’arabo maimun letteralmente ‘fortunato’, perché la scimmia, ritenuta animale diabolico, era temuta e dunque da esorcizzare).
Non c’entra nulla col gatto la Gattinara, vino rosso e pregiato che trae nome dal comune di gattinara, vicino a Vercelli.
Gattillare: usato per miagolare
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