“IL RIPOSO DEL GUERRIERO” del 2 ottobre 2011
In un contesto comunicativo formale e ufficiale non ci si aspettano le “brutte parole”, che non sono solo le parolacce ma anzi e forse soprattutto le offese basate su stereotipi sessuali, religiosi o sociali discriminanti
Se parliamo di singole parole, non ci si aspetta di leggere, nel titolo di un giornale o nel sottotitolo che accompagna un servizio televisivo di cronaca, che una banda è stata sgomitata dalla polizia,
un errore “congiuntivo”, che unisce l’Italia linguistica, dal momento che lo si trova attestato in giornali di orientamento e di ambito geografico assai differenti
Etimo: controverso. Principali ipotesi proposte
– che sia connesso con combinari: da gombina ‘corda’ (Ascoli), il significato originario del verbo, prefissato con s– da ex-, sarebbe perciò di ‘slegare’
– che sia connesso con comminari: il significato originario del verbo sarebbe perciò di ‘minacciare (e quindi spingere alla fuga)’
– che sia connesso con glominari, da glomus ‘gomitolo’: il significato letterale del verbo che si ottiene facendolo preceder dal suffisso ex-, *sglominare, sarebbe perciò di ‘sgomitolare’
Ci sono poi caso in cui la reinterpretazione finisce per imporsi completamente, eliminando ogni traccia del precedente riferimento di una parola.
Pericolo: una prova… mortale
E’ il caso del latino periculum, il cui significato originario di ‘prova, esperimento’ ha ceduto a quello di ‘pericolo, rischio’, continuato in tutte le lingue romanze, per influsso di perire (‘perire, andare in rovina’).
La stessa logica che può portare a vedere crimine in discrimine.
Il vagamondo
Un esempio di continuazione romanza divergente nelle diverse lingue per effetto dell’azione della reinterpretazione è quello che porta ad avere in italiano vagabondo e in francese vagabond, laddove invece spagnolo e portoghese hanno vagamundo.
Il senso del peregrinare e della continua mobilità, ha infatti spinto all’indebito ripristino, nel composto, di mondo: di qui il trasparente vagamundo ‘giramondo’.
Il caso dell’organo elettrico… un organo che non suona
«Evitate di comprare delle grosse quantità di frutta. Per garantirvi la freschezza è meglio fare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, piuttosto che tornare a casa con dei prodotti già stagionati. La frutta e la verdura poi devono essere consumate quando sono al giusto grado di maturazione altrimenti i valori nutrizionali e le caratteristiche organoelettriche possono diminuire» (edizione delle ore 19:00 del Giornale Radio Rai 1 di domenica 15/06/03)
Il parlante, dopo aver segmentato il composto in [#organo+lettico#], non riconoscendo in –lettico (aggettivo da lessia, di etimo greco classico e di uso specialistico, connesso con il verbo per ‘prendere’) alcun elemento noto, corregge la forma “debole” –lettico in *-lettrico e al contempo reintroduce una e– nella sua convinzione legittimata da –elettrico, a lui familiare.
In tal modo entrambi i membri risultano trasparenti e si supera il disagio procurato dall’elemento poco noto.
Infine alcuni casi di reinterpretazione colti nell’uso quotidiano, sintomatici del ruolo attivo esercitato continuamente dal parlante sulla propria lingua, un ruolo mosso dall’intento di normare normalizzando che porta a
rododentro per rododendro
allampadato per allampanato, inaspettamente affini se si guarda alla storia della parola, dal momento che in entrambi è contenuto l’elemento lampada, palese nel primo composto ma da un francesismo dimatrice greca, e dunque da ricostruire, nel secondo
convogliare (a nozze) per convolare
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